mercredi 11 janvier 2017
MPS E DEBITORI.
REBLOGGED
Ecco i primi nomi dei grandi debitori che non restituiscono i soldi al Monte dei Paschi di Siena, obbligando noi italiani a ripianare i loro debiti con 10 miliardi di euro (di denaro pubblico).
Carlo De Benedetti è in Poll position con circa 2 miliardi di euro.
L'imprenditore di Ivrea con il suo quotidiano La Repubblica fu il primo ad alitare sul fuoco di Tangentopoli. Il suo giornale in quei giorni del '93 vomitava editoriali e cronache velenose sulla necessità di MORALIZZAZIONE del tessuto politico della società italiana.
Dalle colonne de La Repubblica Eugenio Scalfari ed i suoi giornalisti spingevano per roghi e ghigliottine (senza neanche processi sommari.....bastavano gli avvisi di garanzia) per tutti i grandi rappresentanti politici della Prima Repubblica (ad eccezione dei rappresentanti del PCI) che furono soltanto lambiti dall'inchiesta di Mani Pulite (ma Primo Greganti - a differenza di un qualsiasi Mario Chiesa - non spiffero' nulla a proposito del finanziamento illecito del PCI).
La gratitudine di ciò che si trasformo' dell'ex PCI e dei segmenti di Magistratura Democratica, ricambio' la cortesia e lo sforzo editoriale di De Benedetti, con la sentenza "scandalosa" nel processo sul Lodo Mondadori, in cui De Benedetti si vide premiato con un risarcimento miliardario del danno presunto subito da Berlusconi.
De Benedetti dopo aver ricevuto da Mediaset circa un miliardo di euro -per i danni derivanti dalla divisione di ciò che restava della Mondadori e Rete4 da L'Espresso e La Repubblica- usò quei denari per allungare le mani su Sorgenia (energia) e si fece prestare dal Monte dei Paschi altri due miliardi di euro per completare l'operazione.
Dopo essersi trovato in cattive acque pensò bene fi mettersi al riparo lasciando il cerino acceso del prestito mai restituito alla banca senese.
Questa è l'Italia di quelli che descrivevano questo paese come la culla di ogni immoralità - ma solo in campo politico....e solamente a carico di una sola parte politica....ai tempi di Tangentopoli.
Di seguito riporto l'articolo del Sole 24h con i primi nomi della lunga lista di BENEFICIATI del Monte Paschi di Siena.
Brilla anche il nome di Punzo....un affarista napoletano di lungo corso balzato alle cronache in quanto socio di Diego Della Valle nel treno Italo....era di tanti altri....
"Nella lista nera dei grandi debitori morosi, che hanno affossato Mps portandola a cumulare 47 miliardi di prestiti malati, ci sono nomi eccellenti dell’Italia che conta. Dai grandi imprenditori, agli immobiliaristi, al sistema delle coop rosse fino alla giungla delle partecipate pubbliche della Toscana. Il parterre è ecumenico sul piano politico. Centro-sinistra, Centro-destra pari sono. Del resto per una banca guidata per decenni da una Fondazione espressione della politica era quasi naturale l’arma del credito come strumento di consenso e di scambio.
Tra i protagonisti di spicco più emblematici, come ha ricostruito Il Sole24Ore, figura sicuramente la famiglia De Benedetti e la sua Sorgenia. Emblematica per dimensioni e per quel ruolo innaturale che ha svolto Mps. La Sorgenia si è indebitata per 1,8 miliardi con il sistema bancario. La sola Mps, chissà come, si è caricata di ben un terzo di quel fardello. Seicento milioni erano appannaggio del solo istituto senese che ha fatto lo sforzo più ingente rispetto al pool di 15 istituti che avevano finanziato la società elettrica finita a gambe all’aria. I De Benedetti capita l’antifona della crisi irreversibile non si sono resi disponibili a ricapitalizzare come da richiesta delle banche. Alla fine il «pacco» Sorgenia è finito tutto in mano alle banche che hanno convertito l'esposizione creditizia in azioni. E Mps si ritrova ora azionista della Nuova Sorgenia con il 17% del capitale. Per rientrare dal credito prima o poi, occorrerà risanare la società e venderla. Oggi Sorgenia è tra gli incagli di Mps. Non solo, nel 2015 la banca ha svalutato i titoli Sorgenia per 36 milioni di euro.
Ma Mps da anni si porta dietro (insieme ad altre banche) anche la fiducia accordata a Luigi Zunino. L’ex immobiliarista rampante cumulò debito con il sistema bancario per 3 miliardi. Tuttora la sua ex Risanamento è inadempiente con Mps che ha, sempre nel 2015, svalutato titoli in portafoglio per 11,6 milioni. Tra i grandi incagli di Siena ecco spuntare anche un altro nome di spicco.
È Gianni Punzo azionista di peso di Ntv e patron e ideatore dell’interporto di Nola, la grande infrastruttura logistica del meridione. Da tempo la Cisfi, la finanziaria che sta in cima al complesso reticolo societario è in affanno per l’ingente peso debitorio. Anche qui le banche Mps in testa hanno convertito parte dei prestiti in azioni. Mps è oggi il primo socio della Cisfi sopra il 7% (con Punzo al 6,1%).
Anche la Cisfi Spa che recepisce la crisi dell’interporto di Nola è un incaglio per Mps che ha titoli in pegno svalutati anch’essi per 11 milioni a fine del 2015. Ed ancora la ex banca di Mussari deve tuttora metabolizzare il disastro della BTp, il general contractor della ditta Bartolomei-Fusi, che aveva in Verdini un grande sponsor, protagonista più delle cronache giudiziarie recenti che di quelle economiche.
Dal dissesto del contractor delle grandi opere toscano è rinata la Fenice Holding. Anche qui Mps se la ritrova in portafoglio in virtù dei prestiti non ripagati. Tra gli immobiliaristi come non citare Statuto che ha visto pignorato il suo Danieli di Venezia su cui Mps (con altri) aveva ingenti finanziamenti.
E c’è il capitolo amaro della Impreme della famiglia di costruttori romani Mezzaroma che hanno portato i loro guai in casa Mps. E poi residua a bilancio dal 2007 il disastroso progetto immobiliare abortito di Casalboccone a Roma eredità dei Ligresti che vede Mps azionista (in cambio dei crediti non pagati) con il 22% del capitale. Il capitolo Coop vede Mps protagonista della ristrutturazione del debito di Unieco.
Tra i dossier immobiliari c’è il finanziamento di alcuni fondi andati in default: come un veicolo gestito da Cordea Savills, finanziato con eccessiva leva da Mps, che aveva in portafoglio gli ex-immobili del fondo dei pensionati Comit. Ma Mps ha finanziato anche alcuni dei fondi di Est Capital, società finita in liquidazione che gestiva il progetto del Lido di Venezia.
E infine c’è il capitolo della partecipate pubbliche. Mps è inguaiata con pegni o titoli in Scarlino Energia; Fidi Toscana; Bonifiche di Arezzo; l’Aeroporto di Siena e persino le Terme di Chianciano. La banca si ritrova a fare l’imprenditore di società in crisi quando avrebbe dovuto solo fare la banca
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